Cusumano,
il pm critica Ciampi
da Il Corriere della sera del 28.6.99
CATANIA - È ancora polemica sulla scarcerazione di Stefano Cusumano,
l'ex sottosegretario al Tesoro liberato venerdì dopo due mesi di
cella dalla Cassazione che ha annullato l'ordine di custodia per turbativa
d'asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Ieri il Quirinale ha
precisato i contenuti della telefonata tra il presidente Carlo Azeglio
Ciampi e l'esponente dell'Udeur, che lui stesso aveva rimosso dall'incarico
dopo l'arresto. Ma il pm Nicolò Marino, uno dei magistrati catanesi
che hanno condotto l'inchiesta su mafia e appalti, con una serie di dichiarazioni
ha manifestato «sorpresa per la telefonata di Ciampi» e contestato
l'intervento del sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala.
Sabato Cusumano aveva detto che Ciampi gli aveva espresso «stima
e solidarietà». «Sono sorpreso - ha commentato ieri
il pm Nicolò Marino -, se è vero quel che scrivono i giornali
le cose sono due: o il presidente della Repubblica è a conoscenza
delle motivazioni del provvedimento della Cassazione o la telefonata rischia
di trasformarsi in una sorta di involontario condizionamento nei confronti
di chi quella motivazione deve ancora scriverla». Marino infatti
dubita che l'arresto sia stato annullato per mancanza di indizi come invece
sostengono gli avvocati di Cusumano. La replica dal Quirinale non si è
fatta attendere. «Il presidente Ciampi - si legge in una nota ufficiale
- ha telefonato al dottor Cusumano, già sottosegretario al ministero
del Tesoro, alla notizia della cessazione della carcerazione, durante la
quale egli si era ammalato, per avere notizie delle sue condizioni fisiche
e per rivolgergli un saluto al rientro in seno alla famiglia». Una
versione confermata poi dallo stesso Cusumano.
«Non può che farmi piacere questa precisazione - ha replicato
Marino - così nessuno potrà sfruttare politicamente anche
una semplice telefonata». Ma per una polemica che si chiude un'altra
è destinata ad aprirsi. È sempre Marino a dirsi sorpreso
questa volta per le «aggressioni che vengono anche da ex addetti
ai lavori come il sottosegretario Ayala» che a proposito del caso
Cusumano aveva parlato di «una pagina non bella per la giustizia»:
«Almeno da lui ci saremmo aspettati una difesa del ruolo dei magistrati
e non giudizi politici espressi senza aver letto le carte di questa inchiesta».
La replica di Ayala non si è fatta attendere: «Il pubblico
ministero Marino, del tutto a sproposito, ha parlato prima del presidente
della Repubblica Ciampi e poi del sottoscritto. In un solo colpo ha perso
due ottime occasioni per tacere». «Sulla vicenda - aggiunge
Ayala - non ho espresso alcun giudizio di merito, cosa che mi sarei ben
guardato dal fare anche se avessi avuto conoscenza degli atti processuali.
Mi sono limitato a osservare che Cusumano è stato due mesi in carcere
e che la Cassazione ha detto che non ci sarebbe dovuto andare. Il che non
mi sembra giovi all'immagine della giustizia italiana». Il sottosegretario
alla Giustizia invita infine il Pm catanese a «continuare a lavorare
con l'impegno e l'abnegazione che gli vanno riconosciute e a parlare meno,
non foss'altro perché questo è mestiere che non sa fare».
Alfio Sciacca,
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