Marino contro tutti, Ayala ribatte: 'Basta con il tintinnio di manette' 

da Il Giornale di Sicilia del 28.6.99

CATANIA. 'Il dottor Marino continui a lavorare bene, e parli di meno'. È più che una bacchettata quella che il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala destina a uno dei pm titolari dell'inchiesta che ha portato in carcere Nuccio Cusumano. È un invito a tacere proprio nel momento in cui il magistrato catanese era uscito dal riserbo che aveva tentato di mantenere in questi due mesi, sbottando: 'Ora esco allo scoperto, perché sono convinto che si voglia davvero imbavagliare la magistratura'. Tre giorni dopo la scarcerazione dell'ex sottosegretario al Tesoro, per ordine della Cassazione, il torrente di dichiarazioni si ingrossa sempre più. E i toni diventano incandescenti nel botta e risposta a distanza tra Nicolò Marino e Ayala. Da un lato c'è un magistrato che denuncia i 'toni esageratamente aggressivi utilizzati in questa vicenda, e senza neppure sapere di cosa si sta parlando...', dall'altro un ex magistrato ora membro del governo che ribadisce punto per punto le affermazioni mosse a caldo, di fronte a quella che aveva definito una brutta pagina per la giustizia. 'Proprio lui che faceva il magistrato e ora opera nel ministero di Grazia e Giustizia, avrebbe dovuto smussare e criticare i toni e i modi di questa vicenda. Invece ha contribuito a questa aggressione', afferma il pm etneo. 'Il dottor Marino in poche ore si è occupato di persone che ricoprono cariche istituzionali, anzi della massima carica istituzionale, perdendo una buona occasione per tacere', ribatte Ayala. Che aggiunge: 'È vero che non ho letto le carte processuali, ma forse il dottor Marino non ha letto bene ciò che ho dichiarato. Io ho espresso un giudizio asettico: un cittadino è stato due mesi in carcere, la Cassazione ha detto che non doveva andarci. Ripeto: questa non è una bella pagina per la giustizia'. Per il sottosegretario 'la gente comincia a non capire troppe vicende. Non mi riferisco all'esercizio dell'azione penale, per carità, che deve restare obbligatorio, ma al ricorso troppo frequente alle misure cautelari. Non vorrei che continuassero a risuonare le parole dell'ex capo dello Stato Scalfaro, sul "tintinnìo di manette" che ascoltiamo ancora e non vorremmo ascoltare più...'. Su questo tema, assicura Ayala, 'è necessario un ampio ripensamento all'interno della magistratura'. Ma Marino ormai parla: 'Certo che parlo. Parlo perché aggredito, per difendermi. E perchè gli organi preposti alla tutela dei magistrati non lo hanno fatto... Si sta ingenerando nella gente la convinzione che si sia fatto un errore giudiziario: tutto ciò è vergognoso e ingiusto'. La sua domenica era cominciata con la notizia della telefonata di Ciampi a Cusumano, di fronte a cui si era dichiarato sorpreso. Nel pomeriggio, dopo la precisazione del Quirinale, aveva smorzato i toni solo un po': 'Il Quirinale avrebbe comunque dovuto impedire che Cusumano facesse di questa telefonata l'uso strumentale che ne ha fatto, utilizzandola come un atto favorevole alla sua tesi...'. Ma la vera preoccupazione è un'altra: 'Temo che questa aggressione politica possa condizionare i senatori che dovranno esprimersi in merito alla richiesta d'arresto per Firrarello: aiuta chi vorrà sostenere che così come per Cusumano anche per il senatore Firrarello si sia in presenza di fumus persecutionis. Mentre nelle carte che abbiamo inviato a Palazzo Madama mi permetto di dire che ci sono non indizi ma prove...'. Patrizia Abbate -----