Giusto
processo, primo sì alla Camera
da Il Messaggero del 28.7.99
di ANTONIO DE FLORIO
ROMA - Via libera della Camera, a larghissima maggioranza (dopo mesi
di furibonde polemiche tra maggioranza e opposizione), per l’inserimento
del principio del "giusto processo" nell'articolo 111 della Costituzione.
In 376 hanno votato a favore, in otto no, mentre in 15 si sono astenuti
(tra essi i democratici). Il provvedimento, approvato in seconda lettura,
dovrà ora passare al Senato per la seconda approvazione prevista
per le modifiche costituzionali.
Il testo è composto di due soli articoli e stabilisce che «la
giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge».
Si inseriscono dunque nella Carta fondamentale i principi di parità
delle parti nel contraddittorio; la svolgimento del contraddittorio davanti
al giudice terzo ed imparziale; la ragionevole durata dei processi.
Per quanto riguarda il processo penale, la legge assicura che la persona
accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata
riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico.
Inoltre la persona accusata deve disporre del tempo e delle condizioni
necessari per preparare la sua difesa e avere la facoltà davanti
al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono
dichiarazioni a suo carico, e di ottenere la convocazione e l'interrogatorio
di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione
di ogni altro mezzo di prova a sua favore.
Il processo penale viene regolato dal principio del contraddittorio
nella formazione della prova. Dunque, come si legge nell'articolato «la
colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base delle
dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente
sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore».
Infine la legge regola i casi in cui la formazione della prova non
ha luogo in contraddittorio per consenso dell'imputato o per accertata
impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta
illecita.
La riforma costituzionale è stata approvata da pochi minuti
e i penalisti revocano l'astensione dalle udienze proclamata lo scorso
8 luglio. Il blocco delle sciopero, però, scatterà alla mezzanotte
di oggi per «ragioni organizzative».
A darne notizia è il presidente dell’Unione delle Camere penali,
Giuseppe Frigo. «Sono soddisfattissimo - dice - perchè questa
è una vittoria anche nostra». Era stato proprio lo slittamento
dell'esame del giusto processo da parte della Camera dei deputati ad indurre
i penalisti ad astenersi dalle udienze. Lo sciopero, inizialmente era stato
proclamato fino al 31 luglio. «È evidente che la nostra protesta
è servita - spiega Frigo - ed è servita soprattutto per i
cittadini, anche se ha comportato per noi penalisti sacrifici e incomprensione.
Ma siamo stati ampiamente ripagati da questo straordinario risultato».
Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Antonio Martone,
parla di «un buon risultato». Il ministro di Grazia e giustizia,
Oliviero Diliberto, aggiunge: «È un passo importante sulla
strada delle riforme. Qualcuno ricorderà che fu proprio il governo
a ricercare l'intesa anche con l'opposizione. Non posso che esprimere la
più grande soddisfazione e mi auguro che questo clima riprenda anche,
dopo la pausa estiva, alla riapertura dell'attività parlamentare»
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