Pm delle Dda 'scaduti': proroga di un anno 

da Il Giornale di Sicilia del 28.6.99

ROMA. Il Csm ha pronta una soluzione per i pubblici ministeri che devono lasciare le Direzioni distrettuali antimafia perchè in servizio da otto anni e il cui caso aveva fatto temere nei mesi scorsi il rischio di un azzeramento dei pool contro la criminalità organizzata, a partire da quello di Palermo. Non è una vera e propria proroga, ma la possibilità per i pm 'scaduti' di rappresentare 'di regola' l'accusa nei processi da loro istruiti e soprattutto di continuare ad occuparsi fino al loro completamento e in ogni caso sino al termine massimo di un anno, delle indagini da loro avviate e ancora in corso, ritenute dal procuratore distrettuale di 'particolare urgenza e rilevanza'. La proposta, che è stata approvata dalla Commissione sulla criminalità organizzata del Csm, dovrebbe essere varata oggi dal plenum del Csm, o, se non si facesse in tempo alla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva. La Commissione ha dunque 'bocciato' la proposta dei consiglieri del Movimento per la giustizia, Gioacchino Natoli (nella foto sopra), Armando Spataro e Ippolito Parziale, di concedere altri due anni di permanenza ai magistrati in scadenza per i quali fosse stata proposta una 'motivata riconferma'. E lo ha fatto ricordando che il tetto massimo di permanenza di otto anni nelle Dda fu fissato per 'evitare la creazione di supergiudici e un'eccessiva personalizzazione delle funzioni' Secondo la Commissione del Csm, il mantenimento del tetto è 'la strada più idonea per coniugare la diffusione delle conoscenze tra tutti i magistrati dell'ufficio e quindi la massima resa nel contrasto del fenomeno mafioso con la necessità di evitare il formarsi di pericolose sovraesposizioni e possibili sclerotizzazioni'. E la soluzione trovata consente 'l'utilizzo del bagaglio professionale acquisito dai singoli', divenuti nel tempo vera e propria 'memoria storica' nella lotta alla mafia , 'al di fuori di una logica legata allo svolgimento illimitato nel tempo delle funzioni che hanno consentito le acquisizioni professionali medesime'. Il caso era scoppiato nel maggio scorso, e a lanciare l'allarme sul rischio di azzeramento dei pool antimafia era stata la procura di Palermo, la cui Dda sta per 'perdere' oltre a Ignazio De Francisci, nominato pochigiorni fas procuratore di Agrigento, Vittorio Teresi, Roberto Scarpinato e Teresa Principato. Uno dei pm della procura di Palermo, Antonio Ingroia, aveva rivolto anche un appello al Capo dello Stato, come presidente del Csm, 'a tener conto adeguatamente dell'importanza e della forza che ha ancora la mafia'. I pm distrettuali 'in scadenz', secondo un monitoraggio condotto dal Csm, sono 33 su 157, cioè il 21 per cento del totale.