Cade il giorno dello sfratto chiede aiuto, gli ufficiali hanno pensato a una scusa 

da La Stampa del 28.3.99

GENOVA. La tragedia si è consumata dietro quella porta rimasta chiusa: l'ingiuzione di sfratto, che avrebbe potuto salvarla, non è servita. Egle, una pensionata genovese di 70 anni, non è riuscita ad aprire la porta di casa per far entrare l'ufficiale giudiziario ed è rimasta per altre lunghissime ore, forse più di un giorno, sola nella sua casa, distesa sul pavimento del corridoio dove era caduta senza riuscire più ad alzarsi. E' morta probabilmente stroncata da un infarto. Il suo corpo senza vita è stato trovato due giorni dopo dai vigili del fuoco che, avvertiti da alcuni vicini di casa, hanno sfondato la porta. Egle era accasciata sul pavimento, vicino alla camera da letto: indossava una vestaglia e le pantofole, sul suo corpo alcune tracce di sangue e i cocci di una bottiglia che, cadendo, probabilmente la donna ha trascinato con sè.
Forse per un equivoco l'ufficiale giudiziario che aveva bussato mercoledì mattina per notificarle lo sfratto non ha capito che Egle era in pericolo di vita. Assieme a due poliziotti e all'avvocato che tutela gli interessi del proprietario dell'appartamento, l'ufficiale giudiziario marcoledì mattina aveva bussato alla porta dell'appartamento dove la pensionata viveva, in un condominio di via Cristofoli, sulle colline di Sampierdarena. Doveva comunicarle l'ingiunzione di sfratto. Con un filo di voce Egle aveva risposto di non poter aprire perché era caduta e non riusciva a muoversi. Il dipendente del tribunale non ha insistito: ha pensato si trattasse di una delle tante scuse che spesso vengono accampate dagli inquilini in questi casi e si è allontanato, concedendo una pietosa proroga di altri 15 giorni per quella donna che, dopo la morte della sorella avvenuta alcuni anni fa, riusciva a sopravvivere solo con una modesta pensione. Ma quell'atto di pietà o l'equivoco di non aver intuito la gravità della situazione hanno segnato il destino di Egle. Da mercoledì mattina nessun altro l'ha cercata, nessuno si è preoccupato di non vederla più uscire dal suo appartamento fino a quando, due giorni dopo, alcuni vicini di casa, che avevano notato la luce accesa nella cucina dell'appartamento ormai da troppo tempo, hanno avuto un terribile sospetto. Hanno suonato il campanello più volte inutilmente e hanno poi deciso di avvisare il 113. Gli agenti di una volante sono tornati in via Cristofoli assieme ad una ambulanza del 118 e ai vigili del fuoco e, questa volta, hanno sfondato la porta dell'appartamento. Egle era accasciata sul pavimento, vicino all'ingresso della camera da letto, ormai senza vita. Sulle gambe le ferite provocate dai cocci della bottiglia. 
La morte, secondo una prima ipotesi, sarebbe stata provocata da un collasso cardiorespiratorio. Il magistrato ha disposto comunque l'autopsia per stabilire le cause esatte del decesso e, soprattutto, l'ora della morte. 
Mariacristina Cambri