Domani
al Cdm due decreti correttivi
da Il Sole 24 ore del 29.4.99
ROMA — Domani verranno esaminati dal Consiglio dei ministri due decreti
legislativi di correzione al giudice unico di primo grado (n. 51 del 1998):
il primo, definitivo, riguarda la posizione dei magistrati direttivi e
semidirettivi (piccole modifiche per alleggerire il problema dei cosidetti
perdenti posto). Il secondo, all’esame preliminare, è invece in
materia di competenze territoriali degli uffici giudiziari e corregge la
tabella A allegata al decreto 51.
Intanto prosegue il dibattito sull’entrata in vigore del giudice unico,
fissata per il 2 giugno. Ieri la giunta dell’Associazione nazionale magistrati
ha espresso perplessità sulle possibilità di attuazione della
riforma entro i tempi previsti e ha chiesto un incontro urgente al ministro
della Giustizia, Oliviero Diliberto. Il 3 maggio, peraltro, dovrebbe partire
il "tavolo di concertazione" voluto da Diliberto con la partecipazione
dell’Anm e dei vari organismi dell’avvocatura. Il sindacato dei giudici,
però, «a un mese dalla prevista attuazione della riforma»
non può fare a meno di «registrare una situazione di assoluta
incertezza circa i tempi e le modalità di entrata in funzione della
riforma stessa. Tale condizione non appare superata dalle dichiarazioni
rese dal ministro e dai responsabili del dicastero alla commissione Giustizia
della Camera».
Nel frattempo gli avvocati milanesi si mobilitano contro il progetto
di "decentramento" del Tribunale della città previsto in seguito
all’approvazione della legge di delega per la revisione, tra l’altro, del
circondario di Milano. Un’affollata assemblea svoltasi martedì nel
Palazzo di giustizia, ha impegnato il presidente dell’Ordine, Paolo Giuggioli,
con il coinvolgimento del Consiglio nazionale forense e dell’Organismo
unitario dell’avvocatura, a ottenere la sospensione di ogni decisione,
da parte del Governo, sulla revisione della circoscrizione territoriale
del Tribunale al fine di valutare le proposte che verranno avanzate dai
legali, convinti che l’attuale progetto elaborato dal Consiglio giudiziario
sia penalizzante per gli utenti della giustizia.
|