Consulenti
a difesa dell’Ordine
da Il Sole 24 ore del 29.4.99
(DAL NOSTRO INVIATO)
SORRENTO — I consulenti del lavoro sono pronti a contrastare con ogni
mezzo legale la «linea avventuristica» che mira a svuotare
le competenze della professione. Il presidente del Consiglio nazionale,
Gabriella Perini, introducendo i lavori del terzo congresso nazionale in
corso a Sorrento, ha chiesto ai 487 delegati presenti di «dare una
risposta a tutti coloro che, in vario modo, tentano di azzerare un’intera
categoria professionale». Il bersaglio è, prima di tutto,
«l’invasione di campo che le associazioni imprenditoriali cercano
di attuare da anni per occupare lo spazio di competenza dei nostri studi
professionali». Quindi, il disegno del Governo di ridimensionare
il numero degli Ordini, «con l’obiettivo di una non meglio specificata
liberalizzazione». Due attacchi di fronte ai quali i consulenti del
lavoro rilanciano la proposta di una riforma delle professioni, condotta
però attraverso un confronto aperto e leale tra Governo e categorie,
senza le insidie degli emendamenti introdotti in provvedimenti onnicomprensivi.
Sul fronte interno delle professioni, Perini auspica l’unificazione
di dottori commercialisti, ragionieri e consulenti, «perché
ciò consentirebbe di costituire un comune e più ampio fronte
di resistenza ai continui attacchi portati in questi ultimi anni alle professioni
economico-contabili». Il traguardo di portare le tre categorie in
una “casa comune” può essere conseguito attraverso una federazione
o un’alleanza strutturale. Su forme e modalità un accordo si può
trovare, se c’è il consenso sull’obiettivo.
Quanto alla riforma delle professioni, Perini ne ha ribadito l’urgenza,
sottolineando però che «un conto è la riformulazione
legislativa di alcuni istituti, come tariffe, divieto di pubblicità
e accesso, nella direzione auspicata dall’Antitrust. Altra storia è
l’abolizione degli Ordini o un’apertura selvaggia alle professioni anche
a chi non ha i requisiti».
Tuttavia, il pericolo immediato per i 18mila consulenti e per i loro
60mila dipendenti, è un’ipotesi di emendamento al collegato lavoro
che — contrariamente alla sentenza del Consiglio di Stato del 3 marzo ’99
— potrebbe abilitare i centri di elaborazione dati a esercitare l’attività
professionale in materia di lavoro e previdenza. Competenze che la legge
12/79 attribuisce ai professionisti, in particolare ai consulenti.
«Occorre distinguere — ha detto Perini — i centri di elaborazione
dati utilizzati dai professionisti come strumenti per l’esercizio della
professione, da quelli che non hanno alcun rapporto con il professionista.
Rendere possibile, nella materia riservata ai consulenti, un rapporto diretto
tra centri esterni di elaborazione dati e datori di lavoro potrebbe dar
adito a una legittimazione di qualsiasi tipo di Ced, anche di quelli di
supporto delle associazioni imprenditoriali».
In quella che potrebbe diventare la “guerra” dei Ced, i consulenti
prefigurano, comunque, un’ipotesi di transazione proponendo una riserva
per la categoria in relazione alle imprese con meno di 500 addetti.
Ieri alla categoria non sono mancati attestati di solidarietà.
Giancarlo Fontanelli, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza
dell’Inail, ha sottolineato l’apporto dei consulenti del lavoro nell’innovazione
dei sistemi produttivi e finanziari. «L’abolizione dell’Ordine —
ha detto Fontanelli — risponderebbe solo a preconcetti ideologici e danneggerebbe
le imprese e i lavoratori».
Maria Carla De Cesari
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