“I processi non ripartiranno da zero” 

da La Stampa del 29.1.99

La Cassazione al procuratore di Palermo: solo i testi essenziali vanno riascoltati 
ROMA. I processi non ripartiranno da zero anche se cambia il giudice. La Corte di Cassazione risponde così all’allarme lanciato dal capo della procura di Palermo Giancarlo Caselli. In base alla sentenza della Suprema Corte, i testimoni dovranno infatti tornare in aula soltanto se le loro dichiarazioni sono ritenute “essenziali” ai fini del verdetto.
Ma dopo questo allarme lanciato dal palco del “Maurizio Costanzo show”,
Caselli raddoppia. Il magistrato ha consegnato al ministro della Giustizia, Oliviero
Diliberto, una articolata memoria. Caselli propone una modifica delle regole per la
determinazione della competenza giurisdizionale, in modo che alcuni reati vengano
giudicati dai tribunali (più numerosi) invece che dalle corti d’assise. Se la tesi
stabilita da un’altra sentenza della Cassazione (del giugno scorso) dovesse
consolidarsi, secondo Caselli si verificherebbe una serie di scarcerazioni per
scadenza dei termini di custodia di “numerosi mafiosi imputati di gravissimi fatti di
estorsione e di rapina”. 
Sulla questione del cambio di giudice, poche voci si uniscono a quella del
magistrato nel ritenere, per usare le parole del consigliere togato del Csm
Gioacchino Natoli, “giustificato e degno di attenzione” l’allarme acceso dalla
procura di Palermo. Per giudicare, dice tuttavia Natoli, occorre leggere il
dispositivo della sentenza.
La decisione della Suprema Corte lascia “perplesso” anche il consigliere laico
Gianni Di Cagno (Ds), che teme una sperequazione tra i processi civili e quelli
penali.
Contro Giancarlo Caselli, però, ieri s’è alzato un muro di critiche. Il procuratore
di Palermo è stato definito “un magnifico pasdaran della giustizia, cui stanno bene i
processi sommari che si concludono con la condanna dell’imputato” dall’avvocato
Titta Madia, responsabile per i problemi della giustizia dell’Udr. Mentre Gaetano
Pecorella, ex presidente dell’Unione delle Camere penali e oggi parlamentare di
Forza Italia, fa notare che l’azzeramento del dibattimento se la corte cambia
composizione “è una regola già presente nel nostro codice”.
Marcato il dissenso di Giuliano Pisapia, ex presidente della commissione Giustizia
della Camera: “Sono sconcertanti i continui attacchi alla Cassazione da parte di
quei pm che dovrebbero essere i primi a rispettare e a far osservare la legge”. E
osserva che i principi che si imparano subito all’Università sono quelli secondo i
quali il giudice deve essere precostituito per legge e immutabile. Il che significa
che a emettere la sentenza deve essere lo stesso magistrato che acquisisce le
prove e verifica l’attendibilità delle tesi accusatorie e difensive”.
Anche il procuratore nazionale Antimafia, Piero Luigi Vigna, ritiene che le Sezioni
unite della Cassazione abbiano applicato la legge. “Comprendo - precisa - i
problemi che si pongono i colleghi, ma ritengo che la pronuncia della Cassazione
sia conforme al nostro sistema processuale”. ø [d. dan.]