In
arrivo un'ondata di sfratti
da Il Corriere della sera del 29.6.99
Allarme sfratti, nel giro di pochi mesi migliaia di nuclei familiari
potrebbero vedere l'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Per evitarlo, gli
interessati devono chiedere al tribunale di fissare una nuova data per
l'esecuzione del provvedimento: ma la procedura è complessa, e un
errore può comportare la perdita del diritto al rinvio.
La proroga riguarda i soli sfratti per finita locazione, un numero
oscillante tra i sette e i diecimila casi. Quelli per morosità (a
Milano sono 2000) e quelli per necessità del proprietario dell'appartamento
(900 in città) sono già in esecuzione. Dal primo gennaio
al 30 maggio, secondo dati del sindacato inquilini Sicet, ne sono già
stati effettuati 600.
LA PROCEDURA. La legge fissa al 27 luglio il termine per presentare
la domanda in tribunale, al primo piano del Palazzo di Giustizia, presso
quella che era la cancelleria della Pretura. Oggi si chiama Sezione locazioni.
Spiega il dirigente Gelio Ghellini che «è stato preparato
un modulo che spiega con precisione tutti i passi necessari. Una volta
che la domanda è stata accolta, la data del precedente sfratto è
prorogata fino a un massimo di diciotto mesi». Una volta inoltrata
la domanda, è necessario darne notifica entro cinque giorni al proprietario
dell'appartamento. Attenzione, ogni errore negli adempimenti comporta la
nullità della domanda e l'arrivo dell'ufficiale giudiziario. La
procedura ha un costo: 114 mila lire tra notifica urgente, copia d'urgenza
e diritti.
Fino ad oggi l'esecuzione degli sfratti veniva graduata da una commissione
guidata dal prefetto, che teneva conto delle condizioni economiche e sociali
del nucleo familiare per cui era richiesto il provvedimento. Secondo Massimo
Todisco, direttore dell'Osservatorio di Milano: «Con la scomparsa
della commissione, migliaia di famiglie in difficili condizioni economiche
rischiano di trovarsi letteralmente senza un tetto sopra la testa. E' necessario
un tavolo sull'emergenza sfratti con il coinvolgimento delle parti sociali».
Secondo il giudice Ghellini, «la Sezione locazioni del tribunale
cercherà un rapporto con le amministrazioni comunali per individuare
i casi più gravi. Ma siamo un ufficio giudiziario, il nostro compito
non è di tipo sociale». Leo Spinelli, segretario cittadino
del Sicet, sottolinea che «i circa 2000 alloggi popolari che si liberano
ogni anno servono ormai solo agli sfrattati, non c'è più
spazio per quanti sono in altro tipo di emergenza. Per non parlare dei
17 mila che sono in graduatoria per ottenere una casa». Spinelli
fa notare che «il Comune ha dovuto stanziare un miliardo per sistemare
in albergo le famiglie sfrattate». Riccardo De Corato, vicesindaco
e assessore all'Edilizia popolare, ammette la preoccupazione: «Non
è di oggi. Senza bisogno di richieste sindacali, noi abbiamo rafforzato
la commissione assegnazioni e abbassato l'Ici al 4 per mille per i proprietari
che affittano». Provvedimenti non completamente condivisi da Stefano
Maullu, presidente della commissione Urbanistica di Palazzo Marino: «Dobbiamo
creare un'agenzia per la casa. Mettere a bilancio un fondo per aiutare
le famiglie indigenti a coprire la differenza tra il canone sociale e quello
convenzionato».
NUOVI AFFITTI. Domani l'assessore al Demanio Antonio Verro incontrerà
i rappresentanti della proprietà edilizia e i sindacati degli inquilini:
obiettivo, chiudere l'accordo per il cosiddetto «secondo canale»
degli affitti, quello che prevede sgravi fiscali e contratti più
brevi ai proprietari che affittano. «A metà luglio l'accordo
è chiuso» promette l'assessore. Ma i proprietari sono ancora
insoddisfatti, la divisione in zone a canone prefissato che ha proposto
il Comune è ritenuta penalizzante.
Marco Cremonesi,
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