Addio
al buon vecchio pretore
da L'Unione Sarda del 2.6.99
Iglesias Per ora l'unica conseguenza sarà l'aumento del numero
delle udienze. Ma Claudia Belelli, da oggi giudice unico della sezione
staccata di Iglesias del Tribunale di Cagliari, non si perde d'animo. Sorride
e allarga le braccia. «Non so di quanto potrà crescere il
carico di lavoro, ma sono sicura che l'incremento sarà notevole».
Un avvocato, Claudio Vivarelli prova a ipotizzare: «Potrebbe anche
essere del cinquanta per cento». Una brutta notizia.
La riforma che ha soppresso la figura del pretore, ha moltiplicato
il lavoro senza che vi sia stato un contestuale aumento dell'organico.
«Io sono l'unico giudice togato - spiega il magistrato - e da Cagliari
non vedo segni di disponibilità a far la spola con Iglesias. Spero
in un pretore onorario che possa seguire incombenze minori».
Il giudice unico rappresenterà pure la rivoluzione del sistema
giudiziario italiano, ma porta con sé tanti problemi. La cancelleria
lavorerà con lo stesso numero di persone e crescerà quello
delle pratiche.
«Si parte con le cause civili - dice l'ex-pretore -, mentre per
il penale si dovrà aspettare il 2 gennaio del 2000». Tra sei
mesi ci sarà il secondo atto della riforma. «Ed a quel punto
- dice Claudia Belelli - servirà l'altra ala dell'edificio riservata
al polo informatico».
Dunque la figura del pretore scompare e con lei quel senso di familiarità,
che l'accomunava al maresciallo o al parroco. «Non credo che tutti
percepiscano la novità - prosegue la Belelli -; anzi, credo che
le abitudini non verranno modificate».
Ogni settimana il pretore dedica alcune ore a ricevere il pubblico:
i cittadini vedono il magistrato come un riferimento per qualsiasi problema.
«Mi chiedono una casa o anche un semplice consiglio per entrare in
possesso dell'eredità». Storie di liti familiari, condominiali,
piccoli furti che il pretore risolveva col buon senso. Un'abitudine destinata
a scomparire.
Da oggi c'é il tribunale. «È questo l'aspetto positivo
- dice l'avvocato Giampiero Carta -: Iglesias avrà il tribunale.
Anche se sarà sede staccata di Cagliari in prospettiva le cose potrebbero
modificarsi. Non vogliamo diventare città dei servizi?». Per
gli avvocati il massimo sarebbe svolgere il lavoro interamente nel palazzo
di giustizia. «Alcune competenze - osserva Antonio De Toni - sono
rimaste a Cagliari. E per quanto ci riguarda questo fatto crea soltanto
problemi».
«Se si applicheranno tutte le modifiche, allora la riforma potrà
anche dare risultati - dice l'avvocato Francesco Lecis -, ma le leggi devono
essere applicate. Non si può sempre modificarle o rinviarne nel
tempo l'attuazione».
ANTONIO MARTINELLI
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