«No alla giustizia spettacolo»

da L'Unione Sarda del 2.3.99

Roma Il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto è disponibile a stralciare dalla legge sul giudice unico la norma - molto contestata dai giornalisti - che prevede un giro di vite nel segreto istruttorio e forti multe ai cronisti che lo violino. Lo ha annunciato ieri al convegno organizzato dalla Federazione nazionale della stampa. Tutti gli ospiti "istituzionali" del sindacato dei giornalisti si sono dichiarati contrari a regolare con una norma penale il problema della libertà di stampa. A cominciare dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Al capo dello Stato non piace nemmeno che una norma sui giornalisti sia inserita in quella sul giudice unico. Questa discussione «sento che d'un tratto può scivolare, non dico sul giornalista unico, ma che c'è qualche preoccupazione», ha avvertito, ricordando l'epoca fascista, quando molti «accettarono di scrivere sotto dettatura». Si ha la sensazione di un «corpo estraneo» introdotto in quella legge. Quindi è molto più saggia l'idea di un tavolo permanente che costringa al «dialogo» su temi come questi. La richiesta di un Osservatorio permanente, e di un tavolo di discussione tra governo, responsabili della giustizia, Ordine dei giornalisti e sindacato è stata avanzata ieri dal presidente della Fnsi Paolo Serventi Longhi, e accolta anche da Diliberto e dal presidente della Camera Luciano Violante. Sia Scalfaro che Violante hanno sottolineato che per le violazioni del segreto nel corso di indagini e processi non sono mai stati puniti magistrati e pubblici ufficiali. «Non ho mai visto un processo nel quale sia stato convolto un magistrato su un segreto che aveva in mano Tizio, Caio o Sempronio», ha detto Scalfaro che già l'anno scorso, al Csm, aveva denunciato questa anomalia, a proposito dell'avviso di garanzia inviato a Silvio Berlusconi quando era presidente del Consiglio, in coincidenza col vertice sulla criminalità a Napoli. Il capo dello Stato ha deplorato la politica spettacolo. «Lo spettacolo - ha detto- è contro la giustizia. Lo spettacolo è il danno della giustizia, è la ferita della giustizia». C'è bisogno di difendere l'indipendenza del magistrato, la «dignità della toga», e c'è bisogno di difendere la libertà di stampa. «Noi abbiamo arrestato Riina, ma mai uno di questi violatori ufficiali», ha confermato Violante, sottolineando che «la notizia esce perché qualcuno la dà», e questa violazione è «molto più grave» di quella compiuta da chi pubblica una notizia ricevuta, pur coperta dal segreto.