«Mi fa sentire più tutelato ora però attendiamo i fatti»

da Il Corriere della sera del 2.11.98

MILANO - Anche il pool «apprezza» le parole scritte dal nuovo ministro, ma attende Diliberto alla prova dei «fatti»: riforme, insomma, per rendere «efficiente» la giustizia senza legare le mani ai pm; e «sobrietà», d’accordo, ma senza bavagli alla libertà di critica. 
Per tutti parla Gerardo D’Ambrosio: «Bisogna stringere la mano tesa del ministro, che ci chiede di dialogare - afferma il vice di Borrelli -, ma noi siamo in attesa delle riforme, dei fatti». La lettera di Diliberto a Milano non è ancora arrivata, come fa notare Davigo, rifiutando commenti. D’Ambrosio in compenso rivendica di essere stato «il primo a dirsi contento della nomina di un ministro politico», dopo tanti tecnici (ultimo l’avvocato Flick). Ammette, letti sui giornali gli intenti di Diliberto, di sentirsi «più tutelato» da un ministro che s’impegna a difendere «l’indipendenza della magistratura». E si augura che l’Anm possa «ricomporre subito le fratture interne», proprio perché «è il momento di risalire la china», di «aprire al dialogo», di «affrontare i problemi di cui il ministro prende atto». D’Ambrosio accetta anche il «primato della politica»: «Un giudice deve
sempre applicare le leggi, anche se non le condivide». E sulle esternazioni difende «il diritto, come cittadini, di esprimere opinioni», ma condivide «l’invito ad abbassare i toni». 
Detto questo, il giudizio resta sospeso: «Avremo sobrietà, ma ci aspettiamo molto: dalla riforma del processo penale e civile, alle strutture per poter lavorare».