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dopo Borrelli, non sarà la fine di Mani pulite
da L'Unione Sarda del 2.10.98 ROMA Il dopo Borrelli, non sarà la fine di Mani pulite, Milano
non diventerà un “porto delle nebbie”, ma c’è il rischio
che diventi un’altra “procura dei veleni”. Queste le certezze ed i timori
di alcuni degli avvocati che sono stati tra gli storici avversari del pool.
«La caratteristica di Borrelli - spiega il presidente della giunta
per le autorizzazioni della Camera Ignazio La Russa, che è anche
avvocato - era la sua capacità di essere rappresentante di un potere
giurisdizionale, e nello stesso tempo essere un diplomatico notevole, con
la capacità di tenere a freno i singoli sostituti, tenendoli uniti.
D’altra parte a palazzo di giustizia di Milano non ci sono mai stati veleni
come in altre procure. Bisognerà capire se dopo Borrelli tutto questo
continuerà, o se anche Milano diventerà come altre procure».
Sulle possibilità che il pool di Mani Pulite si possa sciogliere,
La Russa è del parere che non andrà via nessuno: «Anzi,
finora l’unico effetto è stato quello di far rimanere D’Ambrosio
che invece aveva chiesto di andarsene». «Una cosa gli avvocati
di Milano si aspettano - aggiune il parlamentare di An - una minore rigidità
da parte dei magistrati della procura, perchè finora questa era
la caratteristica, mentre in altre sedi i rapporti sono diversi».
E comunque, ha conclude, io con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto».
Più cattivo il l’avvocato Carlo Taormina, altro “storico” avversario
del pool Mani Pulite: «Non cambierà sostanzialmente nulla,
cambierà invece la strumentalizzazione mediatica, che Borrelli ha
fatto finora benissimo, sfruttando in maniera molto sapiente la capacità
di Di Pietro di bucare il video». Se non ci fosse stato lui, Borrelli
non sarebbe diventato il mito che è ora». E Taormina ribadisce
che «tutti ormai danno per acquisita la nomina di Borrelli a procuratore
generale di Milano. Ma ritengo ci siano motivi di incompatibilità,
perchè Borrelli non può andare a fare il procuratore generale
di Milano, e ricoprire un ruolo di controllo, anche per i processi passati».
E poi, conclude Taormina «anche la cerimonia di saluto ai suoi sostituti
è un motivo di bocciatura, visto che il Csm, non più di qualche
settimana fa, ha bocciato Margherita Gerunda come Pg a L’Aquila solo perché
era andata a visitare la sede».
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