| Strasburgo
avverte Ankara: no al boia o fuori dall’Europa
da Il Mattino del 30.6.99
FRANCESCO CERRI
Strasburgo. Verrà forse da Strasburgo la salvezza per Abdullah
Ocalan, condannato all'impiccagione: è quanto sperano gli avvocati
europei di «Apo», che nei prossimi giorni chiederanno alla
Corte dei Diritti umani una sospensione dell'applicazione della condanna
a morte contro Ocalan. Già ieri, poche ore dopo la sentenza, l'Ue
e il Consiglio d'Europa hanno chiesto alla Turchia di non eseguire la sentenza,
per non compromettere i rapporti con l'Europa.
La capofila dei legali europei, la tedesca Britta Boehler, ha detto
che «all'inizio della settimana prossima al più tardi»
presenterà una richiesta di sospensiva ai giudici di Strasburgo.
Lo stop all'applicazione della condanna a morte, se sarà accettato
da Ankara, potrebbe valere fino alla sentenza definitiva della Corte europea
sul ricorso presentato contro la Turchia da Ocalan in febbraio. Nel ricorso,
contro le condizioni della cattura di Apo in Kenya e di detenzione a Imrali,
e poi contro le violazioni dei diritti della difesa durante il processo,
gli avvocati di Apo hanno accusato la Turchia - che fa parte del Consiglio
d'Europa - di avere violato diversi articoli della convenzione europea
dei diritti umani sul diritto alla vita, alla sicurezza, a un processo
equo. Stando alla Boehler la sentenza europea è attesa entro la
fine dell'anno, forse in ottobre. Se la Turchia sarà condannata,
gli avvocati sperano nell'annullamento della condanna a morte.
Le sentenze della Corte di Strasburgo in teoria sono vincolanti per
i Paesi membri del Consiglio d'Europa: e quindi la Turchia, se la Corte
darà ragione a Ocalan, dovrà adeguarsi, a meno che non scelga
lo stesso la strada dello «strappo» con l'Europa.
Da tutte le istituzioni europee sono giunte ieri reazioni negative
alla sentenza di Imrali. Per l'Ue la presidenza tedesca ha subito chiesto
alla Turchia di non dare esecuzione alla condanna a morte, rilevando che
ciò andrà a vantaggio delle ambizioni di Ankara di aderire
all'Unione, mentre il presidente dell'Europarlamento Josè Maria
Gil Robles ha lanciato un appello alla grande assemblea turca perchè
la condanna contro Ocalan venga communtata in una pena detentiva. Anche
il Consiglio d'Europa ha invitato la Turchia a non applicare la pena di
morte contro Ocalan, rispettando cosi la moratoria sulle esecuzioni capitali
in vigore in tutti i 41 Paesi membri da più di due anni.
Alcuni parlamentari dell'assemblea dei «41», come l'italiana
Elisa Pozza Tasca, però hanno chiesto l'avvio fin d'ora della procedura
di sospensione della Turchia dall'istituzione paneuropea. In seno all'Europarlamento
ancora in via di costituzione, il Pdci Lucio Manisco ha invece già
chiesto una sospensione immediata degli accordi commerciali Ue-Turchia
e dei negoziati di pre-adesione fra Ankara e l'Unione. La capogruppo eurosocialista
a Strasburgo Pauline Green ha invitato «tutti i parlamentari d'Europa»
a esercitare delle pressioni sui deputati turchi perchè non ratifichino
la condanna a morte contro Ocalan.
A Bruxelles intanto il parlamento curdo in esilio (Pke) ha convocato
per oggi una seduta straordinaria del suo comitato esecutivo, per valutare
la situazione e per decidere quale sarà la strategia di mobilitazione
dei curdi in Europa.
Tutto però con ogni probabilità rimarrà in sospeso
per qualche mese, il tempo di vedere se Ocalan sarà consegnato o
meno al boia. Tra il ricorso in appello alla corte suprema turca - la cui
conferma della condanna a morte appare scontata - il passaggio in parlamento
e una eventuale sospensiva di Strasburgo potrebbero trascorrere »fra
2 e 10 mesi« secondo Britta Boehler, prima di una decisione definitiva
sulla vita, o sulla morte, del leader curdo.
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