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progetto per dare parità a pm e difesa
da Il Giornale di Sicilia del 30.6.99 Si chiama comunemente 'Giusto Processo' quel complesso di principi che mira a garantire parità tra accusa e difesa, contraddittorio tra le parti, terzietà del giudice, 'ragionevole durata' del procedimento e salvaguardia della 'concentrazione, oralità e immediatezza'. In particolare pm e avvocati difensori devono poter esercitare ad armi pari il loro mandato prima e durante il processo. Tutte le dichiarazioni per diventare prove devono essere sottoposte in aula all'esame incrociato di accusa e difesa. Questo, in sintesi, l'iter del provvedimento, al quale ha fatto riferimento più volte anche il presidente della Repubblica Ciampi. Il primo tentativo di inserire in Costituzione questi principi viene fatto con la Bicamerale. Dopo il fallimento di questa interviene una sentenza della Corte Costituzionale (la n.361 del 2 novembre 1998) che, di fatto, modifica la riforma dell'articolo 513 del codice di procedura penale compiuta nel '97. La Consulta dichiara cioè inconstituzionale la parte in cui si vieta radicalmente l'utilizzazione delle dichiarazioni dei coimputati rese in sede di indagine preliminare e ne permette l'utilizzo attraverso le contestazioni al dichiarante che si avvale della facoltà di non rispondere in dibattimento. In Senato quasi tutte le forze politiche presentano disegni di legge sul tema. Uno di questi, primo firmatario Marcello Pera (FI), viene approvato dalla commissione Affari Costituzionali. Il provvedimento riceve anche il 'via libera' dall'Aula del Senato e arriva alla Camera. La commissione Affari Costituzionali di Montecitorio conclude la discussione generale sul provvedimento e fissa il termine per la presentazione degli emendamenti. L'esame, previsto in Aula per fine mese, viene però rinviato. La maggioranza spiega che si tratta solo di un breve rinvio dovuto al tentativo di trattare contemporaneamente anche la riforma sul Federalismo. Il rinvio comunque non piace all'opposizione e ai penalisti che annunciano uno sciopero di 24 giorni. Ieri il nuovo annuncio della maggioranza: si voterà entro luglio. - |