Sugli
affitti il Senato prepara le correzioni
da Il Sole 24 ore del 30.7.98
ROMA — Il voto del Senato sulla riforma degli affitti slitta a dopo
la pausa estiva. La commissione Ambiente di Palazzo Madama ha fissato per
l’8 settembre la scadenza per la presentazione degli emendamenti al disegno
di legge che è stato già votato dalla Camera. È escluso
per il momento il passaggio del testo in sede redigente; il “no” alla concessione
di una corsia preferenziale arriva soprattutto da una parte dei senatori
di Forza Italia; il centro destra alla Camera aveva votato contro le nuove
regole per le locazioni e il malcontento si è fatto sentire anche
al Senato.
Nel passaggio a Palazzo Madama saranno inevitabili modifiche rispetto
alla versione originaria che lasciava aperte numerose incertezze e dubbi
interpretativi. L’approvazione definitiva della legge deve avvenire entro
il 31 ottobre, data di scadenza delle commissioni prefettizie per la graduazione
degli sfratti. «La commissione — spiega il presidente, Fausto Giovanelli
- si è impegnata a concludere l’esame del provvedimento prima della
ripresa dei lavori dell’aula del Senato del 15 settembre. L’intento è
di rinviare il testo alla Camera prima dell’inizio della sessione di bilancio».
Alla Camera è stato raggiunto un difficile equilibrio anche all’interno
della maggioranza, tra Rinnovamento italiano che spingeva in direzione
di una maggiore liberalizzazione del mercato degli affitti e Rifondazione
comunista che invece chiedeva più garanzie per gli inquilini. «L’equilibrio
trovato alla Camera deve essere conservato nei suoi punti essenziali —sostiene
il relatore, Vittorio Parola (ds) —. Il Senato deve soprattutto chiarire,
approfondire e migliorare il testo piuttosto che decidere modifiche sostanziali».
Tra le modifiche migliorative Parola fa riferimento all’introduzione di
una misura transitoria che salvaguardi i contratti e i procedimenti in
corso. Un chiarimento dovrebbe riguardare il primo canale, che viene definito
“libero” ed è affidato all’intesa tra inquilini e proprietari con
una durata contrattuale di quattro anni più quattro. La disdetta
deve essere comunicata sei mesi prima della scadenza, altrimenti il contratto
è rinnovato tacitamente; tuttavia il testo della Camera non specifica
per quanto tempo (se quattro anni o quattro più altri quattro di
rinnovo automatico). Il secondo canale, invece, prevede contratti stipulati
tra le organizzazioni della proprietà e degli inquilini che fissano
canoni inferiori ai valori di mercato, con una durata di tre anni più
due. Nei Comuni ad alta tensione abitativa sono previste detrazioni fiscali
del 40,5% per i locatori che aderiscono al canale “protetto”. I Comuni,
inoltre, potranno abbattere l’aliquota minima Ici e alzare fino ad un punto
l’aliquota massima per gli immobili non locati. Ma il testo della Camera
non fa distinzione tra la prima e la seconda abitazione.
Giorgio Pogliotti
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