«Testi
oscuri e intricati sono figli di maggioranze deboli»
da Il Sole 24 ore del 30.7.99
ROMA — Domenico Fisichella, vicepresidente del Senato, è autorevole
esponente di An e del Polo.
Professore, da una parte si chiede al Governo di conformarsi a rigorosi
criteri normativi; dall’altra ogni singolo parlamentare, e lo stesso Governo
attraverso gli emendamenti, modificano i provvedimenti senza controlli,
salvo quello sulla copertura.
L’iniziativa individuale di ogni singolo parlamentare è del
tutto legittima, sul piano regolamentare e su quello politico. Però
esiste anche una fragilità della coalizione di governo, una intrinseca
debolezza delle forze politiche e dei partiti, incapaci di mantenere una
linea univoca e coerente sui provvedimenti. C’è poi la difficoltà
di istituire "momenti istruttori" e di renderne partecipi i parlamentari.
La (spesso) modesta chiarezza programmatica delle forze politiche determina
una incertezza di fondo, che si riverbera sull’attività legislativa,
fino a produrre non di rado norme che sono sommatoria eterogenea di indicazioni
anche contrastanti.
Qualche volta questi risultati sono il frutto di un compromesso politico
tra maggioranza e opposizione. La scarsa chiarezza è il prezzo da
pagare per ottenere il consenso?
Non necessariamente, e comunque questo non aiuta nessuno, né
il Governo né l’opposizione. La convergenza sulla base di un equivoco
non aiuta lo sviluppo politico, economico, sociale del Paese. Su ogni testo
occorrerebbe un’analisi preventiva, che metta ognuno nelle condizioni di
valutarne gli effetti.
La fretta, o i delicatissimi e immodificabili accordi politici, mettono
talvolta un ramo del Parlamento in condizioni di semplice organo di ratifica
del testo approvato dall’altro ramo. Che bicameralismo è mai questo?
Con una "lettura" in più o in meno, è sempre necessario
che a un certo punto si determini la convergenza fra i due rami del Parlamento.
Piuttosto vedo un dato politico: al Senato la maggioranza ha una base più
ampia rispetto alla Camera. È un dato cruciale, che rende più
significativo, dal punto di vista politico, un accordo intervenuto alla
Camera tra maggioranza e opposizione. Al Senato la maggioranza potrebbe
fare da sé.
Comitati ristretti, leggi delega, decreti delegati esaminati solo in
commissione. Si rischia di sminuire il ruolo del Parlamento, soprattutto
delle assemblee?
Proprio per mantenere un ruolo essenziale, il Parlamento dovrebbe occuparsi
delle grandi questioni politiche e istituzionali, e soprattutto esercitare
il controllo sugli atti del Governo. Certo, i decreti delegati rischiano
di andare oltre la delega. E talvolta sì, si è esagerato.
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