Niente sfiducia a Flick e Napolitano 

da Il Sole 24 ore del 30.5.98

Prodi: serve stabilità anche per la giustizia 

ROMA — Il piano anti-fughe del Governo è ormai pronto e la prossima settimana già potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri. Ma, avverte Romano Prodi, perché la giustizia riprenda a funzionare c’è bisogno soprattutto della «stabilità del Governo», della «solidità della maggioranza» e della «continuità della legislatura».  Chi ha orecchie per intendere, intenda: nel pieno delle turbolenze che hanno investito le riforme costituzionali e che rischiano di ripercuotersi sulla durata della legislatura, il presidente del Consiglio fa sapere indirettamente il suo pensiero, ricordando che «grazie alla stabilità di governo, fondata sul patto contratto con l’elettorato, il Paese ha fatto in questi anni grandi passi avanti». Prodi approfitta del dibattito a Montecitorio sulla mozione di sfiducia individuale presentata da Cdu-Cdr e Lega contro i ministri dell’Interno e della Giustizia, Napolitano e Flick, dopo le clamorose fughe di Licio Gelli e di Pasquale Cuntrera (poi riacciuffato). Sfiducia rigettata a stragrande maggioranza (310 no e 46 sì) e snobbata, ufficialmente per motivi tecnico-procedurali, da Forza Italia e Alleanza nazionale che, tra l’incredulità dei proponenti, hanno deciso di non partecipare al voto perchè l’unicità della mozione non consentiva di esprimere una valutazione distinta sull’operato dei due ministri. Dalla maggioranza, invece, è venuto un appoggio a 360 gradi all’operato dei due ministri e più in generale alla politica giudiziaria del Governo, così come aveva preteso Flick per poter archiviare definitivamente le dimissioni presentate all’indomani della fuga di Cuntrera, e come ha chiesto anche Prodi ieri mattina in Aula. Il «pacchetto Flick» è «una via concreta» per migliorare il funzionamento della giustizia italiana, ha detto il presidente del Consiglio, chiedendo che il Parlamento «proceda rapidamente» a esaminare e ad approvare i Ddl di quel pacchetto non ancora licenziati. «Anche su questo chiedo alla maggioranza sostegno e determinazione» sono state le parole scandite da Prodi. E nessuno, nella maggioranza, si è tirato indietro. «La maggioranza e il Governo sono diversi istituzionalmente, ma politicamente sono una cosa sola —ha detto il responsabile giustizia dei Ds Pietro Folena —. Le responsabilità assunte nel corso di questi due anni sono collegiali e le volontà di fare meglio sono collegiali». A cominciare da maggiori stanziamenti per la sicurezza e la giustizia: il documento di programmazione economico-finanziaria «indica già precisi investimenti per la sicurezza nel Mezzogiorno» ha ricordato Folena e «la maggioranza di governo ha indicato all’esecutivo la necessità di stanziare risorse aggiuntive per la giustizia per quel che riguarda il giudice unico». Insomma, dopo la moneta unica, «si punta su questi temi».
Ma fare meglio significa anche impedire che, in futuro, si ripetano fatti gravi come le fughe di Gelli e Cuntrera. Prodi ha preannunciato un pacchetto di misure anti-fughe alle quali stanno lavorando i tecnici dei due dicasteri e che, secondo il ministro Napolitano, potrebbe essere pronto «tra qualche giorno» anche per la parte legislativa. Si tratterebbe di un Ddl di modifica degli articoli 304 e 307 del Codice di procedura penale sulla custodia cautelare, diretto a ridurre gli spazi di fuga.  «Interventi rispettosi della Costituzione» ha precisato Prodi, escludendo quindi modifiche al principio di presunzione di innocenza dopo la condanna definitiva. «Al giudice può essere chiesta una rivalutazione delle esigenze cautelari nei casi di condanne in secondo grado — ha spiegato il presidente del Consiglio — fino all’ipotesi di prevedere, nei casi di condanne di particolare gravità, che il pericolo di fuga possa essere presunto fino a prova contraria». Non solo. Prodi ha aggiunto che per prevenire concretamente il pericolo di fuga nei casi di scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare, sempre nei confronti di imputati di gravi reati potranno scattare misure di prevenzione speciale, come l’obbligo di firma o di soggiorno. Fuori dall’Aula, Napolitano aggiungerà che il Governo intende anche tipizzare per legge i casi in cui un processo va considerato «particolarmente complesso» ai fini del congelamento della durata della custodia cautelare, in modo da impedire un’eccessiva discrezionalità della magistratura e, soprattutto, che la Cassazione (come nel caso di Cuntrera) azzeri il calcolo fatto in precedenza da altri giudici. Quanto alle misure amministrative, dovranno migliorare il coordinamento tra magistrati e polizia e accelerare i tempi di ricostruzione delle posizioni giuridiche di imputati e condannati. Ma, sull’onda dei casi Cuntrera e Gelli, potrebbe subire un’accelerazione anche la riforma sui servizi segreti: Folena ha chiesto un Ddl che stralci dalla bozza Iucci alcuni punti, come quello sulla copertura degli 007.
Donatella Stasio