Nordio: aboliamo il reato di corruzione

da Il Corriere della sera del 30.5.98

Flavio Haver 
ROMA - Abolire la corruzione e punire solo la concussione. Il pm veneziano Carlo Nordio lancia una proposta sui reati cardine di Tangentopoli e getta altra benzina sul dibattito che già infiamma la questione-giustizia, al centro di un durissimo muro contro muro tra maggioranza e opposizione. La proposta del magistrato arriva a poche ore di distanza dalla presentazione da parte di alcuni senatori della Sinistra Democratica di un emendamento sul provvedimento anti-corruzione all’esame della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, con il quale si prevede la riunificazione dei due reati. Un emendamento che ha provocato una spaccatura all’interno della stessa maggioranza. 
Nordio, approfittando di un convegno sul «Giusto processo in Italia e in Europa» organizzato dai Socialisti democratici italiani, è andato oltre: per superare le interpretazioni giuridiche spesso contraddittorie nell’applicazione delle norme da magistrato a magistrato ed «il generale arbitrio da parte delle procure», il pm propone di «punire solo l’amministratore che riceve la mazzetta, perché in fondo l’imprenditore altera solo le leggi economiche e lo si può punire con sanzioni amministrative». 
Contro l’opinione del pm si è scagliato il senatore dei Democratici di Sinistra e componente della commissione Giustizia Guido Calvi. «Sarebbe un errore eliminare il reato di corruzione.  Non è giusto individuare solo la responsabilità del pubblico ufficiale ed estromettere quella dell’imprenditore dal fatto inquinante», ha detto. «Occorre rivedere l’intero complesso del sistema giudiziario attraverso un intervento radicale. Non è con le piccole riforme settoriali - ha sottolineato Calvi - che si realizza quel salto di qualità culturale necessario a cambiare la condizione della giustizia». 
Corruzione sì o no? Sull’eventuale modifica, che stravolgerebbe l’attuale Codice Penale, non è ancora aperto un dibattito all’Associazione Nazionale Magistrati. Il segretario generale Wladimiro De Nunzio ha ribadito però che «la magistratura è interessata al mantenimento della legalità. La proposta di Nordio? Sentiamo l’esigenza del rispetto dei valori fondamentali.  E, quindi, di eventuali controlli alternativi efficaci e non solo burocratici», ha osservato l’esponente dell’Anm. Secondo il quale, comunque, debbono essere «eliminati tutti i problemi che si pongono nell’individuazione di un reato piuttosto che di un altro». 
De Nunzio non condivide la proposta di Nordio ma fa capire chiaramente che è arrivato il momento di cambiare qualcosa: «È fondamentale che sia eliminata una certa area di incertezza, debbono essere tracciati confini precisi per evitare rischi». 
Sulla questione la maggioranza si è già divisa al Senato: Ppi e Prc da una parte e Ds dall’altra.  Ed è anche scoppiato il conflitto tra Polo e Ulivo. Motivo della discussione, appunto l’emendamento che prevede la riunificazione di corruzione e concussione con la riduzione della pena fino a due terzi per chi confessa prima che si sia avuta la notizia del reato. Sul provvedimento anti-corruzione Ortensio Zecchino (Ppi), presidente della commissione Giustizia, ha sollevato conflitto di competenza al presidente del Senato Nicola Mancino spiegando: «Non è possibile che, di una questione così importante, che rivoluziona il Codice Penale, se ne occupi solo la commissione Affari Costituzionali». Per chiedere che l’emendamento della discordia sia esaminato dalla commissione Giustizia hanno votato a favore, oltre ai Popolari, Prc e Polo. Solo i senatori dei Ds hanno votato contro. Tuona Marcello Pera (Fi): «Il fatto è gravissimo: si è voluto, con un colpo di mano, tentare di imporre la tesi di Borrelli sulla corruzione».