Caselli contro il Cavaliere: non
può definire carnefici i giudici.
da Il Corriere della sera del 30.11.99
ROMA — Giovedì 9 dicembre il plenum del Csm deciderà quali
sono i modi e i tempi in cui l’organo di autogoverno può «tutelare
l’onore professionale e la dignità personale dei magistrati».
Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi contro Alessandro Rossato, il Gup
che lo ha rinviato a giudizio, hanno dunque infiammato gli animi a Palazzo
dei Marescialli: la richiesta iniziale di dare una risposta energica soprattutto
ai toni utilizzati dal capo dell’opposizione ha già raccolto 18
firme, oltre la metà dei consiglieri. Il fronte è compatto:
i laici di centrosinistra e i togati di tutte le componenti della magistratura
(Md, Mi, Unicost, verdi) sono decisi ad andare fino in fondo. Solo i laici
del Polo hanno fatto un passo indietro e non hanno sottoscritto la domanda
di convocazione urgente formalizzata ieri al vicepresidente Giovanni Verde.
Forse si riuscirà a discutere del caso prima di Natale. I consiglieri
del Csm, che vorrebbero al plenum anche il Capo dello Stato in qualità
di presidente del Consiglio superiore, sono convinti che Berlusconi abbia
superato i limiti: «La continua e reiterata delegittimazione della
funzione giurisdizionale rischia di minare la fiducia nella magistratura
da parte dei cittadini, già messa a dura prova dalle disfunzioni
del servizio giustizia», c’è scritto nella domanda inviata
a Verde. Nel documento viene così raccolto l’appello lanciato in
particolare dai magistrati milanesi: «E’ necessario un intervento
del Csm che riaffermi il valore dell’autonomia e della indipendenza della
magistratura come bene di tutti i cittadini».
Ma lontano da Palazzo dei Marescialli, la polemica con il capo dell’opposizione
diventa anche più aspra. Stavolta Gian Carlo Caselli, ex procuratore
di Palermo e attuale capo del Dap, arriva a criticare il quotidiano La
Stampa che ieri ha pubblicato un intervento di Berlusconi sull’istituzione
di una commissione d’inchiesta su Tangentopoli: «E’ vergognoso che
sul giornale di Bobbio sia ospitato un commento del leader dell’opposizione
che parla di giudici carnefici». E il Polo non si lascia sfuggire
l’occasione per replicare. Per il presidente dei deputati di Forza Italia,
Beppe Pisanu, «è vergognoso che un funzionario dello Stato
come il dottor Caselli pretenda di censurare la stampa e il leader dell’opposizione,
confermando un’ostilità politica già da tempo manifesta».
Il riformatore Marco Taradash va oltre: «Si pone con evidenza il
problema della compatibilità con il suo incarico istituzionale».
In serata la precisazione di Caselli: «Non ho usato la parola vergognoso
ma mi sono limitato ad esprimere lo stupore che ho provato. Le mie dichiarazioni
non intendono suonare assolutamente come accusa o critica a un giornale
che da sempre è esempio di informazione corretta».
Nonostante i toni accesi, però, la politica cerca di fare tesoro
del monito partito domenica sera dal Quirinale. Tocca quindi a D’Alema,
non prima di aver manifestato «piena solidarietà» a
Ciampi che ha voluto «prendere posizione su polemiche violente e
aggressive», lanciare un nuovo appello a Berlusconi: «Questi
temi vengano messi al di fuori del confronto politico» perché
«un clima avvelenato di accuse campate in aria crea difficoltà».
Il premier dice tutto questo ma non è certo tenero con il capo dell’opposizione:
«E’ lecito criticare la magistratura... Quello che non è lecito
è insultare e minacciare la magistratura e presentare le sue iniziative
come il frutto di una persecuzione politica». Anche il leader dei
Ds, Walter Veltroni, dice che Ciampi ha dimostrato di essere super partes
ma poi ironizza sulla parziale marcia indietro del Cavaliere che nelle
utlime 24 ore ha smorzato i toni: «Quando gioca il Milan? In quell’occasione,
tra il primo e il secondo tempo, Berlusconi smentirà anche questa
dichiarazione».
Dopo la bufera sui giudici, comunque, il terreno di confronto tra i
Poli potrebbe comprendere una delle condizioni irrinunciabili secondo Berlusconi:
la commissione d’inchiesta su Tangentopoli. E, come passo successivo al
suo appello, il presidente del Consiglio attualizza la proposta fatta recentemente
da Veltroni: «Condivido da tempo la possibilità di istituire
un comitato di saggi di nomina parlamentare su Tangentopoli. Penso che
sarebbe la forma più corretta perché, trattandosi di svolgere
un’indagine sui rapporti tra i partiti e l’economia, credo che sia meglio
che questa inchiesta sia fatta da personaggi estranei alla vita politica...».
Conclude D’Alema: «Sarebbe un fatto positivo, siamo in attesa delle
determinazioni degli altri».
Dino Martirano
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