Filastrocche «da avvocato» per l’infanzia 

da Il Corriere della sera del 30.11.98

M. Ima. 
MILANO - Prima le filastrocche e le favole. Poi verrà la saggistica, magari anche la narrativa. Ovviamente, dedicata ai bambini, la loro vita e i loro problemi. E’ il «debutto» editoriale di Telefono Azzurro, che, in collaborazione con la Rizzoli, lancia una nuova linea editoriale. 
Per il 1999 è previsto un nutrito numero di titoli. Dice Maria Cristina Poma, responsabile della nuova collana: «L’obiettivo è quello di trattare seriamente e in maniera divulgativa i problemi dei quali si occupa Telefono Azzurro. Non è un’impresa facile, ma ci aiuta un fatto: Telefono Azzurro è molto amato. Ce ne accorgiamo quando chiediamo saggi e interventi a scrittori e personaggi di grande notorietà: otteniamo risposte piene di entusiasmo. Per cui sono convinta che in questa collana ci saranno molte sorprese...». 
La prima arriva subito: l’esordio si intitola «Sei nipoti... e Cinque Terre», una raccolta di filastrocche e fiabe, illustrate dai disegni dello scenografo Emanuele Luzzati. Fino a qui tutto normale, non fosse che l’autore è Cesare Rimini, il notissimo avvocato matrimonialista. Non proprio la prima persona che può venire in mente quando si pensa agli autori per bambini. Invece, spiega proprio l’autore, a iniziare dal titolo autobiografico (i suoi nipoti sono davvero sei, le Cinque Terre è l’omaggio al luogo più amato), «è una raccolta delle “piccole cose” che ho scritto per loro, per i miei nipoti. Penso che per loro sia divertente e anche utile: quando mi chiedono “dài nonno, facciamo le rime” cerco di accontentarli in ogni maniera». 
L’avvocato Rimini (che come Luzzati ha rinunciato a qualunque compenso per il libro) «per mestiere vive di parole» e con quelle affronta le cause in tribunale, ma un «tribunale» composto da sei bambini «assetati» di fiabe è una faccenda un po’ diversa: «E ogni tanto mi mette in soggezione. Credo che per comunicare con i bimbi si debbano scegliere parole semplici e rime baciate, e non è facile. La mia paura più grande è che un giorno uno dei miei nipoti si alzi mentre sto leggendo le mie filastrocche e mi dica, un po’ annoiato: “Vabbè, nonno, io me ne vado a vedere la televisione”...».