Sentenza Enimont,il ministro Diliberto:io rispetto i giudici 

da Il Messaggero del 30.11.98

ROMA - Impegnato ad evitare «ulteriori polemiche», il ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto - che ha partecipato ieri alla prima assemblea pubblica dei Comunisti italiani di Reggio Emilia, collegio in cui è stato eletto - non ha voluto commentare con i giornalisti la sentenza della Corte di Cassazione sul processo Enimont, professando la propria «diversità rispetto alla media dei nostri politici».
«Io non commento le sentenze - ha detto - perché la magistratura, in un sistema democratico, è indipendente».
Giudizio sospeso anche sulle parole del ministro delle Finanze Vincenzo Visco, che a proposito della sentenza aveva espresso commenti molto duri. «Non condivido e non respingo - ha precisato Diliberto - Io faccio il ministro Guardasigilli e ho dei doveri istituzionali ai quali intendo attenermi».
Chi invece si è scagliato senza mezzi termini contro le affermazioni del ministro Visco è stato Claudio Martelli, cui la Cassazione ha annullato la condanna per la vicenda Enimont: «Il ministro Visco ha perso un’ottima occasione per tacere - ha detto Martelli - Adesso gli italiani sanno che è ignorante non solo di finanze ma anche di procedura penale. Se i processi vanno a rilento (e non è questo il caso dell’Enimont che ha battuto tutti i record di velocità) ciò dipende per lo più - ha proseguito Martelli - dai tempi biblici con cui alcuni collegi giudicanti motivano le sentenze e non certo dai calcoli di una innominata ”banda di penalisti”. All’ignoranza - ha detto ancora Martelli - Visco unisce l’impudenza: come risulta dagli atti processuali, era proprio lui il presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati che concesse importanti sgravi fiscali alla Montedison. Per ringraziamento, Raul Gardini portò personalmente a Botteghe Oscure un miliardo in contanti. Se il Pci-Pds uscì dal processo fu solo perché - ha concluso Martelli - quella volta Antonio Di Pietro si convinse che Occhetto e D’Alema ”potevano non sapere”».
Anche l’avvocato di Martelli, Paolo Emilio Falaschi, è ritornato sulle dichiarazioni di Visco («C’è una banda di avvocati penalisti»). Il legale ha affermato: «Il ministro Visco finge di non sapere o parla a vanvera perché Claudio Martelli non è mai stato imputato e neppure solo indagato per la maxi tangente Enimont di 11 miliardi».
Pure il vice presidente della Camera Alfredo Biondi ha avuto parole dure: «L’attacco all’avvocatura prima da parte del Capo dello Stato e ora del ministro Visco è sintomatico dell’insofferenza verso gli ultimi fortilizi della libertà individuale garantita dal difensore nel processo penale. Attaccare l’avvocatura - ha proseguito - significa attaccare la libertà nella professione indipendente e affidata alla fiducia dei clienti ed alla coscienza del professionista».
S.I.