Ma la Fita boccia le novità 

da Il Sole 24 ore del 4.7.98

MILANO — Una voce difforme nel coro di applausi al testo di riforma delle libere professioni varato ieri dal governo: è quella della Fita, la federazione italiana delle industrie e dei servizi professionali del terziario avanzato, che non considera soddisfacente lo sforzo fatto con il disegno di legge.
«È paradossale — spiega il presidente della Federazione, Rosario Alessandrello — che mentre si fanno sacrifici consistenti per stare tra i primi nell’euro, non si riesca a portare in Europa il settore delle professioni intellettuali, che dovrebbe trovarsi alla guida della modernizzazione del sistema-Paese e invece si ostina a rimanere ancorato ai principi delle corporazioni».
Nel mirino della Fita finisce il mantenimento di un regime di protezione delle prestazioni professionali che non trova riscontri a livello internazionale e, più nel dettaglio, la distinzione tra professioni intellettuali e attività d’impresa. Un punto, quest’ultimo, che appare in contrasto sia con i pronunciamenti dell’Antitrust nazionale sia con un’abbondante giurisprudenza europea in materia.
Non convince la Federazione neppure la disciplina restrittiva introdotta per le società professionali, con vincoli di capitale, limitazioni dell’oggetto sociale e per i soci non professionisti. Al di fuori della realtà tecnologica e organizzativa delle imprese, sempre a giudizio di Fita, risulta poi il divieto di esercizio contemporaneo di attività di progettazione ed esecuzione. Una previsione che sarebbe in contrasto con la legge quadro sui lavori pubblici.
E Alessandrello avverte che la Federazione si batterà in tutte le sedi per contrastare il provvedimento. «Sappiamo che il fronte della liberalizzazione è ampio — sottolinea il presidente — e coinvolge anche settori del Governo e delle forze politiche, dei sindacati, delle cooperative e di tutto il mondo delle imprese. Nel prossimo dibattito parlamentare spero che ci sarà spazio per il manifestarsi di questa cultura della liberalizzazione e mi auguro che possa prevalere».