Toghe
a convegno
da La Sicilia del 5.6.99 L'accesso alla carriera di magistrato assume, in questi giorni difficili per la giustizia italiana, una particolare importanza. Il problema, infatti, è strettamente connesso alla riforma , entrata in vigore lo scorso due giugno, che vede notevolmente mutato, con l'introduzione del Giudice unico, il sistema giudiziario italiano. E, infatti, ieri pomeriggio, a palazzo di giustizia, il convegno sull'accesso in magistratura, inevitabilmente ha portato gli intervenuti a parlare anche delle nuove norme che tanto stanno facendo discutere negli ambienti giudiziari. «E' necessario un reclutamento straordinario di magistrati per ovviare alla carenza di organici, in riferimento anche ai problemi creati dalla riforma», ha detto Angelo Giorlando, presidente della sezione catanese dell'Anm. E, in effetti, non v'è dubbio, hanno rilevato un po' tutti i relatori, che, dato il grandissimo numero di candidati (nell'ultimo concorso sono state presentate ben venticinquemila domande) sia necessario rivedere il sistema dell'accesso in magistratura. In atto vigono sistemi di preselezione con quiz che sicuramente non sono accettabili. La prospettiva è quella della scuola di formazione, di durata biennale e a numero chiuso. Una scuola unica per le tre professioni di avvocato, magistrato e notaio, che dovrà essere organizzata dalle facoltà di giurisprudenza, della quale tanto si è parlato, ma che ancora, per non bene individuati motivi, non è stata attuata. E tale sistema, si è fatto rilevare, dovrebbe divenire obbligatorio per accedere alla carriera di magistrato. Giovanni D'Angelo, componente del Csm, che ha presieduto i lavori del convegno, ha tenuto a ricordare come professionalità, accesso e formazione siano a tal proposito le tre maggiori problematiche che si pongono per l'accesso in magistratura. Particolarmente atteso l'intervento del direttore generale del ministero della Giustizia, Franco Ippolito. Come è noto, proprio il ministro Di Liberto ha caparbiamente voluto rispettare la data del 2 giugno scorso per l'attuazione, seppur parziale, della riforma: E ciò, nonostante le ferme opposizioni di magistratura e avvocatura. Non poteva, quindi, Ippolito condividere le critiche durissime che in questi giorni sono venute al Giudice unico da parte di magistrati e avvocati. «La riforma ha preso l'avvio lo scorso due giugno, ma dovrà completarsi a gennaio prossimo - ha detto fra l'altro Ippolito - quindi non sono accettabili le opposizioni che, poi, non vengono da tutti i magistrati e da tutti gli avvocati». Una riforma perfetta, quindi, secondo Ippolito. Ma non sono d'accordo proprio e soprattuttio la stragrande maggioranza dei magistrati, che la riforma devono praticamente attuarla, tra i mille problemi che sorgono continuamente. Una posizione,questa, condivisa anche da Giuseppe Gennaro, presidente nazionale di Unicost, componente dell'Anm, il quale ha svolto nel convegno una attenta relazione. Il tema dell'accesso in magistratura, comunque, è stato ampiamente dibattuto, mettendosi in luce come problemi notevolissimi esistano in questo momento, sia relativi alla quantità di nuovi magistrati, sia relativi alla qualità. Giovanni Citelli
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