Il
momento difficile della Cassazione
da La Gazzetta del Sud del 5.5.99 Luigi Ferlazzo Natoli I l grido di allarme della Corte di Cassazione
per l'enorme arretrato di cause, relative al settore civile e penale, diviene
ancora più grave in quanto non si è tenuto conto delle cause
tributarie, che a partire dal 1. aprile 1996 – dopo la riforma del processo
tributario (legge n. 546/1992) si sono aggiunte a quelle pendenti, e ciò
in conseguenza dell'abolizione del filtro costituito dalla Commissione
tributaria centrale. E, invero, gli ultimi dati relativi al primo trimestre
del 1999 parlano di 2.000 ricorsi tributari, che nel corso dell'anno potrebbero
diventare 7.000! Per far fronte allo specifico settore tributario, tra
le proposte c'è quella della creazione di sezioni specializzate
presso la Corte di Cassazione. Ma, non è così, a parer mio,
che si potrà fronteggiare il problema, in quanto il carico tributario
che inevitabilmente si abbatterà sulla Suprema Corte, quale organo
di terzo grado del processo tributario, è destinato a crescere,
grazie anche al non perfetto funzionamento delle Commissioni tributarie
regionali, i cui componenti talvolta non sono in possesso della necessaria
preparazione nel settore specifico. In altri termini, sentenze talvolta
discutibili quanto alla motivazione o alla corretta interpretazione del
diritto tributario sostanziale e processuale, si presteranno a essere impugnate
davanti alla Corte di Cassazione, la quale risulterà, così,
sempre più ingolfata; e non credo – come dicevo – che devolvere
le liti tributarie a Sezioni specializzate potrà giovare ad accelerare
lo smaltimento delle stesse. Ciò servirà semmai a migliorare
la qualità delle sentenze emesse. Ripeto ancora una volta che solo
il mantenimento in funzione della Commissione tributaria centrale, attualmente
operante per smaltire l'arretrato del vecchio contenzioso tributario (d.p.r.
n. 636/72), potrà deflazionare la Corte di Cassazione con riferimento
alle cause tributarie, che altrimenti, aggiungendosi a quelle civili e
penali, finiranno col paralizzare del tutto il più alto organo di
giurisdizione. Tra l'altro, bisogna anche considerare che l'Avvocatura
generale dello Stato, impegnata nella difesa dell'Amministrazione finanziaria
nelle cause tributarie presso la Suprema Corte, sta attraversando conseguentemente
un momento difficile, non possedendo un organico tale da poter far fronte
alle continue esigenze in subiecta materia. In conclusione, e in attesa
di creare una magistratura ad hoc per il processo tributario, vale a dire
in attesa della creazione di giudici che si occupano a tempo pieno del
processo tributario, l'unica cosa da fare è il mantenimento della
Commissione tributaria centrale, alla quale devolvere i ricorsi di terzo
grado, magari in alternativa con la Corte di Cassazione. In passato – con
il vecchio contenzioso – era offerta alla parte la scelta (in 3. grado)
tra il ricorso alla Commissione tributaria centrale e quello alla Corte
d'Appello.
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