Il Senato dice sì al giudice
unico
da La Stampa del 7.10.99
ROMA
Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge sul giudice unico.
Il provvedimento - che ritorna alla Camera per alcune modifiche apportate
dai senatori - tratta di regole processuali indispensabili per consentire
che il 2 gennaio del 2000 il giudice unico diventi operativo anche in sede
penale. Una delle novità principale introdotta a Palazzo Madama
riguarda l'abbassamento a 10 anni del limite di pena per i reati di cui
è competente il giudice monocratico. Con una eccezione: i reati
di traffico di stupefacenti.Il Senato ha introdotto anche un «tetto»
alla permanenza nell'ufficio di gip: tre anni al massimo. Una norma che
ha già sollevato non poche polemiche, com’era d’altronde prevedibile
visto che già nei giorni scorsi l'Anm aveva puntato l'indice contro
una scelta che avrebbe di fatto portato allo «smantellamento»
degli uffici gip.
Un'altra novità introdotta riguarda l'obbligo per il pm di avvisare
l'indagato prima della chiusura delle indagini preliminari: ciò
consente al difensore di presentare, entro 20 giorni, memorie e documenti.
Dal testo sono state cancellate, invece, le norme che inasprivano le pene
per chi pubblica notizie coperte da segreto d'indagine. Resta però
il divieto di pubblicare fotografie che ritraggano gli arrestati in manette.
L'Aula di Palazzo Madama ha anche deciso che il rito abbreviato può
essere chiesto e concesso senza il consenso del pm. Ma è stata ridotta,
rispetto alla scelta della Camera, la riduzione di pena prevista: non più
a metà, ma ad un terzo. Ancora. E’ stata soppressa l'udienza predibattimentale,
così come l'articolo sull'oblazione. Mentre è stata introdotta
la possibilità di sollevare l'eccezione di incompetenza del pm solo
per l'indagato o la persona offesa che abbiano avuto conoscenza del procedimento.
Infine, è stata apportata una modifica al codice di procedura penale:
se il teste è all'estero e non si presenta una volta citato, può
esser data lettura dei relativi atti.
Scelte «quantomeno illogiche» e che avranno «catastrofiche
conseguenze» sul funzionamento della giustizia, con l'effetto di
determinare il «caos incontrollabile». E’ la bocciatura senz’appello
di tre consiglieri togati dei Movimenti riuniti del CSM, Armando Spataro,
Gioacchino a partire da quella che definiscono una «norma capestro»,
quella che impone la rotazione triennale dei gip. «Decisamente favorevole
invece il responsabile Giustizia del Ppi, Pietro Carotti, promotore della
riforma sul giudice unico e il presidente della commissione Giustizia del
Senato, Michele Pinto, relatore del provvediment.«Luci ed ombre»
per il presidente dell'Unione Camere Penali, Giuseppe Frigo. L'ex presidente
della commissione Giustizia della Camera Giuliano Pisapia definisce il
provvedemento «un importante passo in avanti», anche se si
dice perplesso per la norma che limita a tre anni la permanenza massima
dei magistrati nelle funzioni di gip. \
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